venerdì 3 agosto 2012

Non le lotte o le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l'unanimità dei consensi.
Luigi Einaudi

È bene ricordare che il professor Monti, alla fine dello scorso anno, ha raccolto l’invito rivoltogli dal presidente Napolitano per invertire la rotta della “nave Italia” che la precedente ciurma stava portando verso il baratro di un abisso. In pochi giorni ha formato un governo composto da personalità di altissimo valore, banchieri, professori universitari, imprenditori, alti ufficiali militari, ma proprio per queste provenienze, lontani dalla quotidianità della gente comune; poi da abilissimo e rispettabilissimo protagonista nell’Europa finanziaria che conta, con sobrietà e fermezza, ma soprattutto con i voti di questo Parlamento sempre a maggioranza PdL-Lega, ha varato una serie di provvedimenti funzionali (?) a tale scopo.
Tali provvedimenti sono stati approvati ed accompagnati dal pensiero unico che non erano possibili alternative altrettanto efficaci nel breve periodo, così è stata approvata una “riforma” delle pensioni che i dati INPS non giustificava, quella del lavoro che è poca cosa, un pasticcio e che non ha minimamente intaccato le questioni della precarietà e della disoccupazione giovanile; secondo il pensiero dominante del momento, per far cassa servivano tagli e risparmi sulla spesa pubblica, che da sempre significa sulla pelle della gente, dai salari, dalle pensioni e da quei redditi comunque dichiarati.
Le scadenze immediate di titoli di stato, il gravissimo rischio di default, lo spread sempre pronto a zittire qualsiasi forma di protesta o di proposta diversa, l’altalenante andamento della borsa, hanno spinto anche il nostro Partito ad appoggiare questo governo limitandoci ad apportare modifiche più o meno importanti a quelle “riforme” che in altri momenti non sarebbero state neanche prese in considerazione.
A distanza di sette-otto mesi dall’insediamento del governo, in una situazione di ricatti non più accettabili nell’azione parlamentare, con una situazione finanziaria non più drammatica come alla fine del 2011, seppur sempre difficile, diventa argomento di riflessione l’idea che sta circolando in molti dibattiti ossia il ricorso anticipato alle elezioni politiche.
Occorre senz’altro pesare col bilancino i pro ed i contro del voto a novembre piuttosto che alla scadenza della prossima primavera; l’attuale legge elettorale, l’impresentabile Porcellum, sarà l’arma che il centro-destra cercherà di usare per imporne una peggiore, o pretendere chissacosa per ottenere chissache, forse il semipresidenzialismo o qualche nuova ad-personam; questo lo stanno facendo adesso ma lo rifaranno anche più avanti.
Già da ora sono in campagna elettorale, il PdL ha esaurito la spinta della responsabilità istituzionale che sosteneva il governo Monti ed è tornato ad essere il partito del redivivo cavaliere che sta cercando di ricomporre l’asse con la Lega su temi strategici.
In Francia invece il neo presidente socialista Hollande ha iniziato a realizzare una serie di riforme diametralmente opposte a quelle del rigore e della recessione (imposte dalla Germania a tutta la UE) che hanno portato alla disperazione milioni di Europei, indicando un’altra strada che anche il nostro Paese deve imboccare prima possibile, con un Governo ed un Parlamento  che siano l’espressione vera della maggioranza degli Italiani.

Stefano Vermigli

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